giovedì 24 agosto 2017

Monitoraggio tempi di attesa.. un giro tra i siti Ausl

Le continue lamentele
Mattinata di attesa dal dottore e, cosa accade? chi non ha avuto l'occasione di chiacchierare con un anziano malato che deve trafficare con l'arrugginita burocrazia dei tempi di attesa?
Sicuramente, se l'anziano ha pochi problemi, la discussione si sofferma sulle classiche "frasi fatte" del tipo "è così che funziona", "ci vorrebbe una rivoluzione" ecc...
Ma se, come in questo caso, ti ritrovi la persona che lotta con questo tipo di problemi ma, lui stesso, soffre di mali anche molto gravi, rischi di ritrovarti attaccata al PC per verificare com'è possibile che accada tutto ciò in un paese come quello in cui vivi.
Mi sono trovata a sbirciare nel sito del tdaer questo monitora i tempi di attesa delle visite della regione Emilia Romagna, nel sito si trovano le caselle di ricerca per selezionare zone specifiche del territorio.

In realtà l'informazione più utile la lascia la legge per tutti dove indica, in modo giuridico, una soluzione ai tempi di attesa di cui non tutti sono a conoscenza:


Se non vengono rispettati i tempi per le visite e gli esami diagnostici, il cittadino può far valere i propri diritti?
Che fare se, dopo aver pagato il ticket, ci dicono che, per una visita specialistica in ospedale, i tempi di attesa sono lunghi? Che possiamo fare se, per eseguire una risonanza magnetica, una tac o una ecografia dobbiamo aspettare diversi mesi, magari quando ormai la nostra patologia potrebbe essersi aggravata? Eppure la legge parla chiaro: il malato ha diritto alle prestazioni mediche entro tempi certi che sono:

  • 30 giorni per le visite mediche specialistiche;
  • 60 giorni per gli esami diagnostici.
  • gli è stato prescritto un particolare accertamento diagnostico o una visita specialistica (indicando quale);
  • il Cup ha comunicato l’impossibilità di prenotare la prestazione richiesta prima della data del… (indicare la data che, come detto, deve essere superiore a 30 giorni per le visite specialistiche e 60 per gli accertamenti come Tac, risonanza magnetica, raggi, ecografie, ecc.);
  • la prestazione ha carattere urgente, incompatibile con i tempi di attesa indicati;
  • il decreto legislativo n. 124/1998, all’articolo 3 comma 10, prescrive che i Direttori Generali disciplinino i tempi massimi intercorrenti tra la richiesta e l’erogazione delle prestazioni.
  • che la prestazione richiesta (visita medica specialistica o esame diagnostico) venga resa in regime di attività libero-professionale intramuraria (o intramoenia, che dir si voglia), con onere a carico del Servizio Sanitario Nazionale ai sensi del citato decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13;
  • che venga fornita immediata comunicazione in merito.
  • tali prestazioni mediche costituiscano – a causa delle specifiche condizioni cliniche o di rischio del paziente – un significativo beneficio in termini di salute;
  • e, nello stesso tempo, non sia possibile effettuare cure dello stesso tipo presso strutture pubbliche convenzionate oppure non sia possibile farle entro i tempi previsti per legge.

Che fare, allora, se la lista d’attesa in ospedale è troppo lunga? Ricorrere allo studio medico privato o alla clinica privata è certo una soluzione, ma a fronte di costi a volte eccessivi per le tasche dei cittadini. Preso dallo sconforto, il malato si adatta alla fila lunga, è obbligato ad attendere il suo posto in una interminabile lista d’attesa in ospedale. Insomma ci si rassegna all’idea che il diritto alla salute non viene affatto tutelato da una sanità pubblica che, tuttavia, paghiamo annualmente con le tasse.
In verità, una soluzione c’è, ed anche particolarmente vantaggiosa, ma sono in pochi a conoscerla, anzi quasi nessuno. Né gli ospedali e le strutture pubbliche dell’Asl ne danno comunicazione ai malati. Il tutto è scritto in un decreto legislativo del 1998 [1].
In pratica la legge stabilisce il diritto del cittadino a conoscere la data entro cui avverrà la visita medica o l’esame diagnostico nonché il tempo massimo di attesa. Se la prestazione non può essere garantita entro i tempi massimi garantiti per legge (che – come detto – sono di 30 giorni per le visite specialistiche e di 60 giorni per gli esami diagnostici), il malato può pretendere che la medesima prestazione sia fornita dal medico privatamente, in intramoenia, senza costi aggiuntivi rispetto al ticket già pagato. Insomma, quando la prestazione è urgente ed è incompatibile con i tempi di attesa, il malato si può imporre e chiedere che l’ospedale garantisca la visita specialistica medica in intramoenia senza pagare alcunché oltre al ticket oppure, in assenza, potrà recarsi dal medico privato e poi chiedere il rimborso all’Asl.
È simile il diritto riconosciuto dal Tribunale di Castrovillari in una sentenza di qualche anno fa che si può leggere nell’articolo L’Asl rimborsa le cure in strutture private. Il cittadino costretto a curarsi presso cliniche private non convenzionate a causa delle interminabili liste di attesa all’ospedale, incompatibili con il proprio stato di salute, può ottenere, dal Servizio Sanitario Nazionale, il rimborso delle spese sostenute (vedi link al sito).In questo modo viene ristabilito il diritto alla salute del cittadino e la possibilità di vedersi garantito un intervento medico o diagnostico nei tempi stabiliti dalla legge.

Riporto un articolo trovato in un documento ufficiale della Regione Emilia Romagna:
 Come indicato nella delibera di programmazione e di finanziamento del 2015 (DGR 901/2015), l’obbiettivo di facilitazione all’accesso delle prestazioni di specialistica ambulatoriale è prioritario. Per il 2015 il sistema incentivante per le Direzioni Strategiche, e coerentemente per i Responsabili delle aree professionali coinvolte, dovrà tenere conto prioritariamente dei risultati ottenuti sulla riduzione dei tempi di attesa.


Detto ciò mi chiedo e Vi chiedo:
Non è il caso di applicare una semplice soluzione che possa aiutare tutti a non perdere, chi per svogliatezza, chi per dimenticanza, chi per i tempi di attesa, la possibilità di vedersi programmare una visita senza attendere i calendari?
Perchè non prenotare un qualsiasi controllo nel momento in cui si è terminata la prima visita? Così facendo si evitano perdite di tempo, inutili attese in sala di aspetto e meno lavoro per i medici di base.

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